Il mercato delle risorse energetiche rimane instabile. Durante le ultime sessioni di trading, i futures sul gas naturale hanno registrato un aumento nella sessione americana di mercoledì.
Il gas naturale con consegna a marzo al New York Mercantile Exchange viene attualmente scambiato a 3,26 dollari per milione di BTU, in rialzo dello 0,15% rispetto alle sessioni precedenti.
Durante le negoziazioni, il prezzo ha raggiunto un massimo di 3,34 dollari per milione di BTU, mentre il supporto è stato individuato a 2,99 dollari, con una resistenza a 3,40 dollari. Questo indica che il mercato del gas continua a rimanere piuttosto attivo, nonostante la presenza di fattori di instabilità.
Tuttavia, va segnalato che, parallelamente a questi movimenti, il futures sull'indice del dollaro USA, che riflette il valore del dollaro rispetto a un paniere di sei principali valute, è sceso dello 0,46%, attestandosi a 107,33. Tale fluttuazione del dollaro ha un impatto significativo sui mercati globali e sul prezzo delle materie prime, incluso il petrolio.
Il mercato petrolifero sta affrontando anch'esso un periodo complesso. I futures sul WTI con consegna a marzo sono scesi del 2,1%, portandosi a 71,17 dollari al barile. Anche il futures sul gasolio con consegna a marzo ha perso 1,68%, scendendo a 2,39 dollari al gallone. Il calo dei prezzi di petrolio e gasolio è legato a una combinazione di fattori economici e geopolitici, che continuano a influenzare il mercato delle materie prime.
Negli ultimi mesi, la volatilità del prezzo del petrolio è aumentata notevolmente, il che era prevedibile alla luce dell'instabilità politica e dei cambiamenti economici globali.
Un elemento chiave da monitorare è il ruolo della Cina, storico acquirente di petrolio, che potrebbe influenzare il mercato in modo significativo. Pechino, in risposta alle tariffe imposte dagli Stati Uniti, sta valutando misure di ritorsione, il che potrebbe portare a una riduzione dell'importazione di petrolio americano nel 2025. Questa sarebbe la prima riduzione delle importazioni dalla pandemia di COVID-19, e potrebbe avere un impatto sostanziale sul mercato petrolifero.
Dal 2015, anno in cui è stato revocato il divieto di esportazione di petrolio dagli Stati Uniti, le esportazioni del paese sono aumentate di oltre 10 volte, rendendo gli USA il terzo maggiore esportatore di petrolio al mondo, superando Arabia Saudita e Russia. Sebbene la domanda cinese di petrolio statunitense sia progressivamente diminuita negli ultimi anni a favore di fornitori come Russia e Iran, nel 2023 la Cina ha rappresentato quasi il 5% delle esportazioni petrolifere statunitensi. Tuttavia, nel 2024, la crescita delle esportazioni si è notevolmente rallentata, e questo potrebbe influenzare il volume totale delle esportazioni.
La crescita delle esportazioni petrolifere americane si è fermata negli ultimi mesi, aumentando solo dello 0,6% (24.000 barili al giorno). Il motivo principale è l'incertezza sulla domanda globale, che ha limitato gli investimenti nell'estrazione di petrolio da scisto. Nonostante l'apparente abbondanza di petrolio nel mercato globale, le oscillazioni dei prezzi non sono casuali. La domanda di ulteriori forniture dagli Stati Uniti rimane elevata, e questa situazione continuerà a influenzare il prezzo del petrolio.
Un altro punto chiave riguarda il mercato del gas in Europa. Secondo le stime di Bloomberg, la sospensione delle forniture di gas russo attraverso l'Ucraina potrebbe ridurre drasticamente le riserve di gas nei depositi europei, portandole al 30-35% entro aprile. Negli ultimi due anni, questa percentuale è rimasta attorno al 55-60%. Se tutto andrà secondo lo scenario attuale, entro la fine dell'inverno le riserve potrebbero scendere al minimo, il che avrà sicuramente ripercussioni sul costo del gas in Europa.
Le normative dell'Unione Europea stabiliscono che, entro novembre, le riserve di gas devono essere ripristinate al 90%. Per raggiungere questo obiettivo, l'Europa dovrà acquistare tra 725 e 750 TWh di gas, una quantità che potrebbe avere un impatto significativo sui prezzi del gas, creando ulteriore pressione sul mercato.
Le forniture di gas stanno già affrontando difficoltà, e sappiamo bene che ogni volta che si verifica un deficit, i prezzi tendono a salire rapidamente. L'inverno ha già visto aumenti significativi dei prezzi, e secondo le previsioni tutto dipenderà dalla velocità con cui l'Europa sarà in grado di ricostituire le proprie riserve.
Un altro fattore chiave è la decisione dell'Ucraina di interrompere il transito del gas russo attraverso il proprio territorio una volta scaduto il contratto con la Russia nel 2024. Questo potrebbe aggravare ulteriormente la carenza di gas in Europa, aumentando la pressione sui prezzi.
Quindi, la situazione sui mercati dell'energia e del petrolio rimane tesa e volatile. Geopolitica, sanzioni economiche e problemi interni nei principali paesi esportatori continuano a influenzare le dinamiche del mercato. Quello che possiamo dire con certezza è che i prezzi continueranno a oscillare, e fare previsioni precise è estremamente complesso. Tuttavia, osservando le tendenze attuali, è fondamentale monitorare attentamente gli sviluppi e prepararsi a qualsiasi scenario.