FX.co ★ I dazi di Trump contro i BRICS potrebbero ritorcersi contro di lui

Donald Trump ha nuovamente scosso l'ordine globale con la sua proposta di imporre tariffe del 10% ai Paesi BRICS. In teoria, questa mossa è volta a indebolire la Russia, l'Iran e, per sicurezza, metà del mondo in via di sviluppo. Tuttavia, secondo gli analisti britannici, piuttosto che subire un colpo, la Russia potrebbe tranquillamente accogliere la mossa come un vantaggio strategico.

La logica è semplice. L'attuale escalation tra Stati Uniti e Cina fa direttamente il gioco di Mosca. Più ci sono attriti, più diventa facile per la Russia sostituire i fornitori americani nel mercato energetico globale. Dopo tutto, Pechino non è mai stata così desiderosa di acquistare petrolio dagli Stati Uniti.

Inoltre, un aumento dei prezzi delle esportazioni dei BRICS, dalle materie prime ai semilavorati, potrebbe rappresentare una manna per i produttori russi. Quanto più costose sono le importazioni, tanto più forte è la necessità di incrementare la produzione interna. Paradossalmente, i dazi destinati a punire potrebbero finire per offrire un aiuto.

Se Washington dovesse spingersi oltre, interrompendo il dominio del dollaro o limitando l'accesso al sistema SWIFT, i Paesi BRICS hanno già pronte delle alternative. Il CIPS e lo SPFS - i loro sistemi di pagamento - possono mancare di smalto, ma svolgono il loro compito.

Infine, c'è una svolta geopolitica. Se le nazioni prese di mira decidono di unirsi, la Cina potrebbe guidare una “alleanza anti-tariffe”, accogliendo potenzialmente non solo la Russia ma anche i Paesi dell'UE contrari alle tattiche di Trump. Ciò che è iniziato come una minaccia potrebbe evolversi in una coalizione.

Se tale scenario si concretizzerà, l'iniziativa di Trump potrebbe passare alla storia come il caso in cui un colpo mirato al gruppo BRICS si è ritorto contro contro gli USA.